{mosimage} SE PIÙ DELLA  METÀ DEGLI OSPEDALI ITALIANI VERSANO IN CONDIZIONI DI PULIZIA SCARSA O PESSIMA LA RESPONSABILITÀ È PRIMA DI TUTTO DELLA POLITICA CHE COPRE IL MALCOSTUME DEGLI APPALTI  E DELLE CONSULENZE MILIONARIE IN EURO.
NON SERVIVA L’INCHIESTA DELL’ESPRESSO PER SAPERE CHE IL POLICLINICO DI ROMA ERA SPORCO
 
Egregio sig. Ministro,   egregi Presidenti, egregi Assessori,  
scriviamo questa lettera aperta per denunciare, ancora una volta, che il Servizio Sanitario Nazionale italiano è malato di una malattia grave e la malattia si chiama spreco di denaro pubblico, corruzione, nepotismo, appalti, consulenze,  ecc… ecc…  
Partiamo da un concetto semplice: una azienda sanitaria od ospedaliera rappresenta per un territorio medio l’equivalente di una grossa multinazionale in termini di spesa, occupazione, economia,  controllo del territorio.
Una azienda sanitaria media, occupa migliaia di persone (dal personale sanitario a quello amministrativo, dagli operai agli ausiliari)  ed assiste migliaia di pazienti ogni anno provvedendo all’alloggio ed al vitto dei ricoverati. Costituisce, insomma, per una città di medie e grandi dimensioni un’opportunità economica che solo una grande azienda multinazionale privata può costituire. Ma anche l’opportunità di crearsi un feudo senza precedenti: la possibilità cioè di costruirsi un sistema economico e politico che garantisca denaro fresco (e in nero) e appoggi politici di tutti i  tipi.

COME ?
Semplicemente separando dal sistema la parte sanitaria ed appaltando tutto il resto ai cosiddetti privati; privati che il più delle volte costituiscono ditte amiche che garantiscono il sistema: dalle assunzioni al pagamento della campagna elettorale…
Ma anche garantendo il potere assoluto ad una unica persona che può disporre di un immenso patrimonio pubblico a suo piacere e senza effettivi controlli di alcun tipo…
Per non parlare poi delle consulenze milionarie (in euro) per studiare, quando va bene, il sesso degli angeli… (o per appaltare agli amici i servizi legali quando si ha in casa più di un avvocato ed altro ancora…)
Per non parlare  degli appalti che ruotano intorno al 118 un sistema che in larga parte è stato affidato ad “associazioni”  che usano per i trasporti dei pazienti urgenti autoambulanze dell’ultima guerra mondiale… personale sottopagato e pensionati finti volontari…  ecc. ecc.
PECCATO CHE LA PARTE SANITARIA NON SI POSSA FARE ADEGUATAMENTE DENTRO NEI LETAMAI …
… che abbia bisogno di pulizia e manutenzione costante e non alle ore prestabilite nei contratti di appalto…
… che abbia bisogno di ripassare lo “straccio” ed i disinfettanti ogni volta che un paziente ferito perde sangue,  ma anche ogni volta che una sala operatoria o una sala medicazione è stata usata…
… che funzionando 24 ore su 24 non possa praticamente mai essere chiusa al “pubblico” esterno…
… che costando uno sproposito a causa delle nuove tecnologie e delle nuove consapevolezze dei pazienti (che giustamente prima di farsi “tagliare” pretendono una diagnosi certa)  non si possa permettere di sprecare altro denaro in appalti “dubbi”.
Vedete onorevoli signori, una volta c’era l’economo che provvedeva agli acquisti, e in qualche caso anche lui rubacchiava un pochino ma appunto era una goccia rispetto al mare magnum degli sprechi di oggi.
Una volta ogni ospedale disponeva di una propria cucina, di una propria lavanderia, di una propria sartoria, di una propria officina,  di una propria falegnameria di propri elettricisti che erano addetti alla manutenzione, ma soprattutto di proprio personale di pulizia. E poiché dagli acquisti dipendeva il buon esito del rispettivo lavoro essi erano i primi controllori che sugli acquisti fosse garantita una certa qualità. Così come il personale sanitario sapeva sempre a chi rivolgersi  se i pavimenti o i tavoli operatori erano sporchi o se mancava il materiale. Ma oggi chi controlla il lavoro delle ditte appaltatrici ?  
E soprattutto chi pulisce quando un paziente perde sangue nei corridoi quando gli operai delle ditte esterne se ne sono andati da ore  e magari l’appalto è totale, come nella maggior parte dei casi succede ?  
Chi controlla che non entrino animali nei corridoi sotterranei (problema endemico da secoli essendovi l’odore del cibo che è distribuito ai pazienti) ?  
MA LA VERA DOMANDA È CHI CONTROLLA IL CONTROLLORE ???
Chi controlla che il manager, ovvero il Direttore Generale faccia veramente gli interessi pubblici e non quelli propri o peggio ancora del potente di riferimento che li lo ha piazzato ???
Non vogliamo di certo affermare che bisogna tornare indietro al sistema autarchico. Anche perché questa organizzazione ha sempre sostenuto la necessità della concorrenza con il privato per un sistema più efficiente. Ma qui siamo al paradosso che paghiamo di più per avere di meno; e questo può avvenire solo perché qualcuno ci specula sopra. Non ci interessa certo sapere chi è purché  la speculazione finisca immediatamente .
Noi riteniamo sia ora di rimettere mano al sistema. Almeno con i vecchi  comitati di gestione vi era la minoranza che faceva il diavolo a quattro; oggi non c’è più nemmeno quella.
Distinti saluti.

Roma li 8 gennaio 2007

F.to Adamo Bonazzi
Segretario Generale USAE
Coordinatore Nazionale NICI

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