È fissato per questa sera alle 18.00 – con la convocazione congiunta di tutte le parti - lo show down finale della trattativa per il salvataggio di Alitalia. Proseguiranno nel frattempo, per tutto il giorno, gli incontri informali con le varie delegazioni per riannodare il filo di un accordo che “si deve fare a tutti i costi” ma che non è affatto scontato e sembra assai difficile da scrivere; sia per le divergenze delle parti che per le implicazioni politiche che la vicenda Alitalia avrà sulle relazioni industriali del nostro paese. E che in ogni caso lascerà una moltitudine di scontenti.
L’accordo infatti difficilmente lascerà intravedere un vincitore della partita ma già ora delinea sicuramente degli sconfitti: i lavoratori del gruppo Alitalia; saranno sconfitti i lavoratori che andranno in mobilità che si ritroveranno dopo anni con l’incertezza del futuro ma saranno sconfitti anche quelli che saranno assunti dalla nuova compagnia che avranno dovuto accettare un contratto più gravoso e che con ogni probabilità per lavorare percepiranno – in proporzione – emolumenti più bassi dei loro colleghi in mobilità. Niente sarà più come prima. Per il Governo, per gli Imprenditori, per il Sindacato, ma soprattutto per i lavoratori. Siamo molto lontani dai tempi in cui la tutela dei lavoratori veniva ricercata e sancita con uno statuto (la legge 300 del 1970) che se da una parte è vero che necessita di aggiornamenti ora come ora sembra più che altro gettato nel dimenticatoio.