Quello disegnato ieri dal Centro Studi di Confindustria è un quadro preoccupante della nostra economia. Una situazione che i lavoratori e le famiglie, però, percepiscono sulla propria pelle e denunciano già da tempo. 
Il calo del Pil previsto per il 2008 (allo 0,1%) contrasta troppo con l’aumento dell’1,5% del 2007. Siamo in recessione, e come sostiene il presidente Emma Marcegaglia «urgono scelte coraggiose ». 

Ma come mai la nostra produttività ha fatto questo grande passo indietro?  E quali sono gli scenari futuri? Innanzitutto la nostra economia risente in modo decisivo delle oscillazioni internazionali.  L’inflazione però, fin qui in escalation, dovrebbe assestarsi quest’anno al 3,6%. Se siamo in recessione, la causa è soprattutto del drastico calo dei consumi. Questo porterà a un crollo dei prezzi al consumo che gradualmente farà scendere l’inflazione fino al 2,5%. Nel 2009 si prevede anche un calo della spesa pubblica, altro fardello che ha contraddistinto il 2008 della nostra economia. Questo porterà il debito pubblico prima ad assestarsi e, a partire dall’anno prossimo, a diminuire leggermente. Infine le tasse: su 100 euro di stipendio, da noi lo Stato se ne prende 53. Troppi. Per Confindustria è fondamentale ridurle.
Per noi è fondamentale ridurle ai lavoratori.
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