Dati Pil dal Fondo Monetario Internazionale
Nel Def – il documento di economia e finanza che sostituisce il Dpef – Il Governo delinea un nuovo quadro macroeconomico il Pil viene fissato all’1,1% per quest’anno in calo rispetto alle previsioni precedenti (1,3%), e all’1,3% nel 2012 (le precedenti stime erano del 2%).
Nel 2013, il Pil dovrebbe crescere dell’1,5% e nel 2014 dell’1,6%. Nessuna revisione invece per il deficit/pil che si attestera’ quest’ anno al 3,9% e nel 2012 al 2,7%.

Per quanto riguarda il debito, si attestera’ al 120% del Pil quest’anno per poi scendere al 119,4% l’anno prossimo.
Quanto invece al Programma nazionale di riforma (Pnr), il Piano prevede 9 aree di azione principali basate sulla strategia Europa 2020 che includono: occupazione; federalismo; consolidamento della finanza pubblica; lavoro e pensioni; mercato dei prodotti, concorrenza e efficienza amministrativa; energia e ambiente; innovazione e capitale umano; infrastrutture e sviluppo e, infine, sostegno alle imprese.
Il ministero dell’Economia spiega che ”La contenuta propensione all’indebitamento del settore privato (delle famiglie e delle imprese non finanziarie) ha consentito all’Italia di continuare a registrare anche nel 2009 livelli di debito del settore privato più contenuti rispetto alla media dei paesi europei”.

Secondo il fondo monetario internazionale in Italia il livello di indebitamento delle famiglie si attesta attorno al 50% del Pil, dopo troviamo solo i Brics, cioe’ le economie emergenti Brasile, Cina, Russia e India.
Al primo posto per indebitamento delle famiglie c’e’ l’Irlanda (oltre 120% del pil) a seguire, tra gli altri, Gran Bretagna, Portogallo, Canada, Usa, con un indebitamento delle famiglie al 91% circa del Pil. “Nelle economie avanzate maggiormente colpite dalla crisi, i governi e le famiglie restano pesantemente indebitate”.
Nel 2011, il saldo primario del bilancio pubblico dell’Italia tornera’ in attivo. E’ quanto emerge dal Rapporto Globale sulla Stabilita’ Finanziaria pubblicato dal Fondo Monetario Internazionale.
Il saldo primario esprime la differenza tra entrate e spese, al netto degli interessi sul debito pubblico. Si tratta di uno degli indicatori principali per misurare la stato di salute della finanza pubblica. Saldi primari
positivi o vicini allo zero segnalano una sufficiente capacita’ nel controllo dei conti pubblici. Gli avanzi primari di bilancio sono risorse che possono essere spese per favorire lo sviluppo oppure, nel caso di paesi con alto debito pubblico come l’Italia (120% del Pil nel 2011), questi fondi possono essere destinati alla riduzione del debito.
Il Fondo ha esaminato 11 paesi e quest’anno solo l’Italia registrera’ nel saldo primario con un avanzo pari a +0,2% del Pil, dopo -0,1% nel 2010 e -0,7% del 2009. Per tutti gli altri paesi si registrano saldi negativi e dunque in disavanzo.
Maglia nera agli Usa con un saldo primario pari a -9% del Pil, poi Giappone -8,5%, Gran Bretagna -5,5%, Spagna -4,6%, Canada -4,1%, Francia -3,5%, Portogallo -1,6%, Grecia -0,9%, Belgio -0,5%, Germania -0,3%.
(Fonte: Regioni)

Di Admin