Primo incontro ufficiale del Ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, con le organizzazioni sindacali. Un incontro che avviene a più di un mese dal suo insediamento e che fa seguito alle prese di posizione della nostra organizzazione dopo l’adozione del cosidetto “provvedimento salva Italia” del Governo Monti. Le parti sociali hanno cosi incontrato, nella sede del dicastero di Corso Vittorio Emanuele,  un Ministro conciliante nei toni ma distante nei contenuti che ha illustrato una linea di azione limitata nel tempo e negli argomenti.

 Il Ministro infatti si è limitato a indicare priorità quali la gestione di eventuali esuberi di personale con la mobilità e l’esigenza di applicare e rendere funzionale un nuovo modello contrattuale ma solo per quanto riguarda il secondo livello negoziale aziendale. Da ultimo, se il tempo della sua presenza al dicastero lo consentirà, il Ministro ha dichiarato altresì di voler affrontare il nodo della previdenza integrativa dei dipendenti pubblici.
Pochi gli interventi significativi delle organizzazioni sindacali presenti che, grosso modo, hanno rappresentato la necessità di modificare la legge Brunetta e confermato un atteggiamento remissivo di fronte al blocco dei contratti di lavoro.
Diversa invece è stata la posizione dell’ USAE che non ha rinunciato ad evidenziare, l’iniquità della manovra finanziaria salva Italia per i lavoratori del pubblico impiego e per la pubblica amministrazione stessa, rivendicando con forza, la necessità di reperire le risorse necessarie per l’apertura della stagione dei rinnovi contrattuali per i 3 milioni di dipendenti della pubblica amministrazione.
A tale proposito il Segretario Generale della USAE, Adamo Bonazzi, al termine della riunione ha dichiarato: “I provvedimenti di questo governo sono stati tutt’altro che equi per i dipendenti della Pubblica amministrazione, mi riferisco ovviamente alla questione della modifica dei requisiti di accesso alle prestazioni previdenziali che hanno danneggiato tanti lavoratori vicini alla meritata pensione come alla questione dell’accorpamento dell’INPDAP all’INPS, operazione questa che risponde più alla necessità di evitare ricorsi che non a esigenze funzionali di merito.  Per quanto riguarda invece la perdita del reale potere di acquisto dei salari bisogna ricordare che gli ultimi aumenti degni di tale nome, erogati ai dipendenti pubblici, sono stati fatti in un’epoca in cui la pressione fiscale era molto più bassa di quella attuale e il prezzo del carburante si aggirava intorno ai 90 centesimi di euro, quando oggi tale prezzo è più del doppio di allora. Noi siamo un sindacato contrattualista e stiamo in ogni caso al tavolo dei negoziati, ma intendiamo
rivendicare in ogni modo e in ogni sede la necessità di avere il rinnovo contratti e l’adeguamento degli stipendi  per i lavoratori della pubblica amministrazione.” 

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