Come nel 1992 l’Italia vive una grave crisi di carattere finanziario, con serie ripercussioni sul sistema economico e sulle condizioni di vita della popolazione.
In Italia si vive più a lungo, ma si fanno meno figli e la popolazione invecchia molto più del resto d’Europa. La famiglia tradizionale fatta da coniugi con figli non è più il modello dominante. In questi vent’anni la performance di crescita dell’economia italiana è risultata inferiore a quella dei principali partner europei, con un divario che si è ulteriormente allargato nel periodo più recente.
In Italia, l’incertezza che segna l’attuale fase economica e la capacità produttiva inutilizzata costituiscono un fattore di freno agli investimenti da parte delle imprese, sulle quali pesano anche le difficoltà incontrate nell’accesso al credito.
Le manovre finanziarie del governo hanno determinato dei pesanti tagli di risorse economiche destinate anche alle politiche sociali di Regioni Comuni e Province.
Tali interventi iniqui e pesanti, sono preoccupanti anche per l’assenza di misure atte a favorire concretamente sviluppo, crescita economica e occupazione.
Gli effetti perversi delle regole del patto di stabilità compromettono il futuro dei servizi e delle politiche a sostegno dei territori e delle famiglie finora garantiti dalle Regioni e dagli Enti Locali,
Occorre predisporre una proposta legislativa che sia di stimolo alla crescita del paese, che coinvolga direttamente Regioni ed Enti Locali, al fine di determinare il rilancio degli investimenti sul territorio, indirizzando le risorse economiche necessarie per la realizzazione di infrastrutture che consentirebbero così di arginare la crisi occupazionale creando nuovi posti di lavoro.

Nel 2011 il tasso di inflazione è quasi raddoppiato rispetto all’anno precedente e l’aumento dei prezzi dei prodotti acquistati più frequentemente è stato particolarmente elevato.
Dopo un biennio di discesa, nel 2011 l’occupazione ha registrato un leggero aumento determinato dalla crescita dell’occupazione straniera e dalla diminuzione di quella italiana.
E’ proseguita la diminuzione dell’occupazione giovanile e di quella a tempo pieno, mentre è continuato l’aumento del lavoro par-time, ma si tratta soprattutto di un impiego accettato in mancanza di un lavoro a tempo pieno. La debolezza della spesa dei consumi è stata determinata da una progressiva diminuzione del potere e di acquisto delle famiglie, nonostante la riduzione della propensione al risparmio, attestatasi al valore più basso dal 1995.
Dobbiamo determinare iniziative finalizzate al superamento degli effetti recessivi delle manovre e per proporre soluzioni alternative più incisive a sostegno del sistema produttivo e del lavoro, dei consumi, delle famiglie.
Sono indispensabili interventi sulla riforma fiscale che consenta di accertare quali sono i redditi percepiti da tutti i cittadini sul territorio nazionale finalizzata a contrastare efficacemente l’evasione e l’elusione fiscale
Occorre dismettere rilevanti quote del patrimonio immobiliare dello Stato, delle Regioni e dei Comuni, da reinvestire per determinare una riduzione dei giovani disoccupati che oggi secondo i dati ISTAT è al 28% circa.
Occorrono interventi per determinare una riduzione del costo del lavoro per le imprese, finalizzato all’utilizzo delle risorse da destinare per l’assunzione di giovani disoccupati.
Inoltre, è importante attivare dei provvedimenti per la valorizzazione del nostro patrimonio storico artistico e naturalistico finalizzato al reperimento di risorse economiche da destinare all’welfare.
Il nostro dipartimento si impegna a determinare processi partecipativi seri ed efficaci finalizzati a definire idee, programmi, e confronti sulla scelte chiave che incidono direttamente sulla vita dei cittadini.
Carlo Trombetti

Di Admin

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