Lo Stato si prepara a dimagrire in periferia. Il progetto, già annunciato, del taglio delle 110 prefetture, 103 Ragionerie, 107 direzioni provinciali dell’Agenzia delle Entrate, 109 archivi notarili, 120 soprintendenze, 110 uffici scolastici, 109 direzioni regionali e territoriali del lavoro, è stato messo nero su bianco nel disegno di legge della riforma della Pubblica amministrazione presentato dal ministro della funzione pubblica Marianna Madia .
La nuova architettura prevede un accorpamento di tutte le strutture territoriali in un unico ufficio. Per creare «raccordo tra governo e cittadino», ha spiegato il ministro, è «importante ci sia un unico luogo sul territorio, un Ufficio territoriale del governo che racchiuda tutta la periferia dello Stato, dove c’è un dirigente, il prefetto, che è responsabile di come l’azione del governo arriva al cittadini».
Significa che prefetture, ragionerie, uffici del lavoro e del fisco, e così via, saranno anche fisicamente collocati all’interno di un edificio comune. L’ufficio unico sarà inizialmente guidato dal prefetto, che sarà il punto di contatto tra i cittadini e lo Stato a livello periferico. Poi successivamente, quando sarà in vigore anche la riforma della dirigenza, il capo dell’ufficio sarà scelto attraverso il meccanismo del concorso. La bozza del provvedimento, tuttavia, non scioglie quello che probabilmente è il nodo centrale, e cioè quante saranno alla fine su tutto il territorio nazionale queste case dello Stato. Fino ad oggi l’organizzazione della presenza territoriale è stata basata sulle 110 province. Enti oramai in via di estinzione dopo la riforma Delrio.
Dietro la razionalizzazione della presenza territoriale dello Stato sul territorio c’è anche un’altra impellente esigenza del governo, quella di realizzare gli obiettivi della spending review affidata al commissario straordinario Carlo Cottarelli e la cura dimagrante dello Stato in periferia, secondo le simulazioni di mister tagli, vale 500 milioni di euro. Soldi che al Governo servono come l’oro (l’obiettivo assegnato a Cottarelli è di trovare 17 miliardi di euro entro il prossimo autunno).
Nel testo approdato in consiglio dei ministri torna anche la razionalizzazione delle forze di polizia per evitare «sovrapposizioni di competenze». E torna anche la soppressione del Corpo forestale dello Stato.
Lo snellimento dello Stato inserito nella bozza del disegno di legge, non si limita soltanto alla creazione dell’ufficio territoriale unico dello Stato. Nel provvedimento si parla apertamente anche di altri tipi di accorpamenti tra amministrazioni centrali e periferiche, con la possibilità di creare uffici comuni, di trovare spazi comuni e, soprattutto, riducendo gli uffici ed il personale che si occupano di back office portando più dipendenti possibile a diretto contatto con i cittadini.
Un disegno, questo, che sarà favorito anche dalla mobilità obbligatoria entro i 50 chilometri inserita nel decreto legge n. 90/2014 che ha preceduto il DDL di delega.
DDL DELEGA PER LA RIORGANIZZAZIONE DELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE. I CONTENUTI IN BREVE
RIVOLUZIONE DIGITALE PER LA PA.
Trasparenza e tempi certi, la macchina dello Stato si innova, pronta a riversare on line tutti i tipi di certificati, o a inviarli a domicilio entro 48 ore.
L’obiettivo è venire incontro ai cittadini, relegando le code a un ricordo del passato. Per realizzare tutto ciò si passa attraverso il superamento dell’uso della carta e la razionalizzazione degli uffici (sportelli unici delle attività produttive e dell’edilizia). La Madia ha parlato di «possibilità di accedere a tutte le informazioni che ci riguardano da un pc, con un nostro pin, e di potere ricevere tutto ciò che si può al domicilio telematico o di residenza».
UFFICIO UNICO DELLO STATO SUL TERRITORIO.
Ci sarà un solo punto di contatto tra cittadino ed esecutivo a livello locale, un ‘Ufficio territoriale dello stato’ che racchiude tutta la periferia dello Stato. Insomma una riorganizzazione che comporta anche una riduzione del numero delle prefetture.
RAFFORZAMENTO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO.
Si va verso un rafforzamento della presidenza del Consiglio nel coordinamento delle politiche pubbliche, così da garantire un’unità d’indirizzo, raccordando i diversi ministeri.
UNO STOP AI VETI INCROCIATI TRA AMMINISTRAZIONI.
Un’amministrazione non potrà più mettersi d’intralcio nei confronti di un altro ufficio pubblico, perché così facendo impedirebbe allo Stato di svolgere il suo servizio per il cittadino.
Ecco che la delega dà il disco verde al silenzio assenso, ponendo precisi limiti di tempo. Sempre nell’ottica della semplificazione il provvedimento pone le basi per un riordino normativo, indicando la strada dei testi unici.
MANAGER PUBBLICI A TERMINE, ORA LICENZIABILI.
Viene confermato il ruolo unico per i dirigenti (non esiste più la divisione per fasce).
Se rimangono privi di incarico per un certo periodo (il tempo preciso sarà stabilito dal parlamento) saranno di fatto licenziati.
Scatta quindi un meccanismo competitivo tra i dirigenti e anche per loro vale la regola della mobilità, con la possibilità di passare da un’amministrazione centrale a un ente locale e viceversa.
È previsto un meccanismo per la valutazione, per cui un dirigente potrà passare da un incarico più alto a uno più basso o, appunto, rimanerne privo.
Novità anche per l’accesso alla dirigenza: resta confermato il doppio binario, concorso e corso-concorso.
TAGLI ALLA DIRIGENZA.
‘La dimensione della dirigenza’ è il principio su cui lavorare, riducendo la quota dei manager, ora troppo alta.
Occhio anche agli stipendi, nel provvedimento si parla infatti di ‘omogeneizzazione delle retribuzioni’. I dirigenti saranno, infatti, sottoposti a valutazione, o meglio alla verifica dei risultati.
NOVITÀ SULL’INCOMPATIBILITÀ DI INCARICHI PUBBLICI.
Il governo adotterà decreti legislativi integrativi sull’inconferibilità e incompatibilità di incarichi presso le pubbliche amministrazioni e presso gli enti privati in controllo pubblico.
UN SINGOLO DOCUMENTO PER L’AUTO.
Un documento unico di circolazione dei veicoli, con la fusione tra Motorizzazione e Pra, anche al fine di contenere i costi connessi alla proprietà e alla circolazione dei veicoli e realizzare significativi risparmi di spesa per gli utenti.