Il governo pone la fiducia. Il voto finale arriva solo alle 5 del mattino. 
Delrio assicura i dipendenti delle Province pronti a occupare uffici : “Nessun lavoratore resterà per strada”

È arrivata solo poco prima delle 5 la fiducia al maxiemendamento posto dal governo sulla legge di stabilità. I voti favorevoli sono stati 162, i no 37 e nessuno si è astenuto. Poi un breve Consiglio dei ministri e la commissione Bilancio ha approvato la nota di variazione al bilancio, che è tornata all’esame dell’Aula.  Il sì definitivo del Senato è arrivato solo dopo le 5,30 del mattino con 161 sì, 78 no e nessun’astensione.
Ora la manovra torna alla Camera per l’approvazione definitiva da parte del Parlamento.

Il maxiemendamento alla legge di stabilità e la richiesta di fiducia hanno subito numerosi rinvii. Dal tardo pomeriggio di ieri, sono slittati alle 11 di questa mattina, poi alle 15 e ancora alle 17 e quindi alle 18.30, fino alla richiesta del ministro per le Riforme Maria Elena Boschi intervenuta in Aula dopo le 19
“Abbiamo bisogno ancora di un po’ di tempo”, aveva assicurato il viceministro dell’Economia, Enrico Morando impegnandosi a fare in modo che il lavoro riprendesse il più velocemente possibile. Tuttavia l’emendamento ha tardato a lungo facendo così infuriare le opposizioni al Senato. I rappresentanti della Lega per oltre mezz’ora, con l’Aula chiusa, hanno battuto i pugni sui banchi protestando contro “un’attesa inaccettabile” visto che “è da ieri che attendiamo un testo da esaminare”. Dopo l’annuncio della Boschi di porre la questione di fiducia sul maxiemendamento appena arrivato a Palazzo Madama, è scoppiata la bagarre. E il senatore dei Cinque Stelle Alberto Airola, rivolgendosi al presidente Pietro Grasso che si scusava per il ritardo con il quale era stata ripresa la seduta ha gridato: “Presidente non è lei che si deve scusare, ma il governo”.
Dopo che il governo ha posto la fiducia, Grasso ha sospeso la seduta per permettere alla conferenza dei capigruppo di decidere i tempi di discussione e voto. 
Poco prima di mezzanotte è arrivato il via libera della commissione Bilancio all’esame del maxiemendamento, nonostante le proteste dell’opposizione che lamentano in particolare errori nel testo e una mancanza di coordinamento tra quest’ultimo e la relazione tecnica. ”Il governo accetta e si scusa per gli errori commessi anche nella relazione tecnica ma abbiamo cercato di rendere più leggibile il testo“, ha detto Morando in Aula, mentre Grasso, sottolineando gli “errori di drafting” ha detto che “la presidenza si assume la responsabilità di fare correzioni”.
Nel maxi-emendamento, un documento di quasi 300 pagine di cui 132 dedicate ai 755 commi dell’unico articolo, vengono confermate previsioni – al comma 565 – di un accordo tra Governo e regioni, che –  previa concertazione con le rappresentanze scientifiche, professionali e sindacali dei profili sanitari interessati – definisca  i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di équipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie infermieristiche, ostetrica, tecniche della riabilitazione e della prevenzione.
Nel testo sono poi contenute misure per porre un parziale rimedio all’incredibile situazione di disagio in cui sono venuti a trovarsi i dipendenti delle Province che vanno verso l’abolizione.
Una situazione che è figlia della confusione istituzionale che regna nella classe politica sull’argomento e che – come noto –  non ci piace affatto.  
Anche la soluzione ci sembra sinceramente una pezza e non una vera soluzione: per due anni i dipendenti delle Province manterranno, infatti, il posto di lavoro e scatterà il ricollocamento in altre amministrazioni, prioritariamente negli uffici giudiziari, e solo dal 2017 per chi non avrà trovato nuovo posto con la “mobilità interna” scatteranno le procedure di mobilità, con l’80% dello stipendio. Prendiamo però atto che, sull’argomento, è intervenuto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Graziano Delrio che ha assicurato: “Il personale delle province non rimarrà per strada,  verrà assorbito tramite blocco di tutte le assunzioni in tutte le amministrazioni dello Stato e affini”.
La Segreteria Generale

Di Admin