I principi e le norme che regolamentano l’orario di lavoro e la durata minima dei riposi sono stati fino ad ora uno degli argomenti più importanti e dibattuti all’interno del mondo del lavoro, soprattutto per il peggioramento delle condizioni di lavoro legato al blocco del turn over, per i risvolti non indifferenti che possono generare in campo organizzativo.
Il Legislatore italiano ha illegittimamente cercato di negare ai dipendenti del ruolo sanitario (La Legge 24 dicembre 2007, n. 244 ha disposto – con l’art. 3, comma 85 – l’introduzione del comma 6-bis all’art. 17.) il diritto ad evitare eccessi lavorativi prolungati ed a usufruire di riposi nei modi e nei limiti previsti per gli altri lavoratori italiani (D. Lgs. 8 aprile 2003, n. 66) ed europei (Direttiva 2003/88/CE del 4 novembre 2003).
Tali principi e norme nel 2014 sono stati finalmente riallineati alle disposizioni della Comunità Europea, comunque vigenti per i lavoratori italiani, mediante la legge 30 ottobre 2014, n. 161, recante “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2013-bis”.
Tale Legge all’articolo 14 comma 1 sancisce infatti che: “Decorsi dodici mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, sono abrogati il comma 13 dell’articolo 41 del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e il comma 6 bis dell’articolo 17 del decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66″.