USAE: equazione “non si fanno i contratti perché non si sono fatti i comparti” è totalmente sbagliata; è vero il contrario “non si fanno i comparti perché non ci sono le condizioni per firmare i contratti”

Come era facilmente prevedibile l’ennesimo tentativo di chiudere una vicenda comparti non si è rivelata risolutiva per l’assenza di sostanziali novità. Infatti il solo passo avanti della parte pubblica che si è registrato è quello relativo alla disponibilità di cambiare lo schema di suddivisione delle amministrazioni; schema peraltro ampiamente anticipato – in diverse occasioni – dal presidente Aran, Gasparrini.

Sullo sfondo infatti c’è sempre la sentenza della corte costituzionale che intima il rinnovo dei contratti con decorrenza luglio 2015; cioè in piena vigenza del triennio 2013-2015.

All’uscita dalla riunione, Adamo Bonazzi, segretario generale USAE, ha così commentato:

“Abbiamo ascoltato e recepito le nuove disponibilità, ma ci sembrano insufficienti.  Il quadro che ci è stato prospettato è ancora incerto e non sblocca la situazione. Ovviamente abbiamo dato la nostra disponibilità a mettere in calendario i prossimi incontri ma ora come ora siamo scettici sull’esito finale. L’equazione non si fanno i contratti perché non si sono fatti i comparti  è totalmente sbagliata; caso mai è vero il contrario non si fanno i comparti perché non ci sono le condizioni economiche e giuridiche per sottoscrivere i contratti collettivi nazionali di lavoro. 

Noi comunque confidiamo ancora nella soluzione che abbiamo proposto, che consentirebbe chiudere il triennio 2013-2015 con le risorse messe a disposizione dal Governo. L’emendamento è stato ripresentato per la discussione in aula a  Montecitorio, speriamo che la maggioranza si ricreda e che la proposta  venga  recepita.”

 

Ufficio Stampa

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