Il sostanziale via libera alla legge di stabilità con  297 voti a favore e 93 contrari di questa notte che vede l’approvazione dell’emendamento che introduce il comma 247-bis intervenendo sulla normativa dell’art.41 del d.lgs. n.165/2001 (che elimina la previsione che all’attività di ciascuno dei comitati di settore istituiti nell’ambito della Conferenza delle regioni e di ANCI-UPI-Unioncamere  debba essere riservato almeno uno dei quattro comparti di contrattazione collettiva nazionale previsti) ma che non vede alcun provvedimento di implementazione delle risorse per i rinnovi contrattuali, evidenzia in modo chiaro che da parte del Governo e della sua maggioranza non c’è  una reale volontà di rinnovare i contratti dei lavoratori delle pubbliche amministrazioni.

Sull’argomento è intervenuto a caldo, Adamo Bonazzi, segretario generale USAE che ha commentato:   “La situazione è desolante e deludente ma chiara, l’iter della legge di stabilità ci ha riservato la sorpresina dell’emendamento Dell’Aringa che, come abbiamo già avuto modo di commentare,  comprendiamo bene a che cosa mira (e cioè a ribaltare la specificità di determinati settori) ma quello che è certo è che le risorse messe a disposizione dal Governo sono rimaste quelle iniziali, cioè estremamente limitate.  Insomma è chiaro che non si vogliono affrontare i problemi ed è altrettanto chiaro che il Governo, con una certa dose di arroganza,  invece di valorizzare il patrimonio di competenze e di risorse umane che ha in pancia, eludendo la sentenza della Corte costituzionale (che intima il rinnovo dei contratti con decorrenza luglio 2015) e riservando ai contratti delle pubbliche amministrazioni centrali e locali pochi spiccioli, non vuole rinnovare i contratti ma mortificare i dipendenti della P.A. impoverendoli e colpendoli nella rispettiva dignità professionale ed economica. ”

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