Nella giornata odierna la nostra organizzazione è stata audita nella Camera dei Deputati in sede di Commissioni Riunite nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo (atto n. 292) avente come oggetto la riforma del licenziamento disciplinare.

Durante l’intervento, condiviso con la maggior parte delle O.S. presenti, la USAE ha segnalato alcune criticità emerse durante l’esame del testo di legge in quanto lo stesso così come predisposto potrebbe dare adito a interpretazioni deviate ovvero azioni messe in atto verso comportamenti avulsi dal ricadere in falsa attestazione.

Si è premesso come riteniamo che il dettato normativo sia stato scritto frettolosamente sull’impulso dei recenti fatti di cronaca dalla risonanza mediatica molto amplificata e come crediamo giusto che il Governo legiferi su fatti incresciosi come questi ma che si spenda anche in atti che permettano ai dipendenti pubblici di lavorare in condizioni migliori. Abbiamo enfatizzato come da un lato troviamo qualche decina di persone apostrofate come “i furbetti del cartellino” ma dall’altro troviamo più di tre milioni di cittadini onesti che oggi si trovano a lavorare in reparti sotto organico o utilizzando attrezzature fatiscenti o a non avere i mezzi più elementari (quali ad esempio il vestiario o il materiale di consumo) per adempiere ai compiti assegnati.

Abbiamo chiesto come il legislatore intenda definire i limiti entro i quali si possa circostanziare un’azione fraudolenta oltre ogni ragionevole dubbio, perché riteniamo che la difesa verso un’accusa ingiusta sia una violenza perpetrata dall’Amministrazione verso il dipendente e come tale debba essere impedita ovvero soggetta a risarcimento in favore della persona sottoposta ad accusa infondata.

Nel testo dell’Art. 1 lettera b) si indicano, poi, genericamente “strumenti di sorveglianza delle presenze”, pratica in palese contrasto con il disposto dell’art. 4 comma 2 della Legge 300/70 che recita testualmente come “La disposizione di cui al comma 1 non si applica agli strumenti utilizzati dal  lavoratore  per  rendere  la  prestazione  lavorativa  e  agli  strumenti  di registrazione degli accessi e delle presenze.”

Nelle memorie scritte lasciate ai componenti della Commissione abbiamo evidenziato poi tutti i dubbi in merito all’applicazione perentoria ed inderogabile di un termine temporale fisso al provvedimento disciplinare (30 giorni) avulso dalla complessità del caso oggetto di provvedimento. Nei casi più complicati un  termine fisso dell’istruttoria potrebbe inficiare l’equità di un giudizio dettato più dal rispetto di un termine che da un’analisi completa ed approfondita dei fatti.

In ultima sintesi, pertanto, questa O.S. esprime un giudizio negativo sul testo di legge in esame in quanto, pur espressione di un principio che si ritiene corretto, così come scritto risulta adito a interpretazioni che potrebbero ledere dignità e patrimonio di un dipendente estraneo a pratiche scorrette e fraudolente.

In estrema sintesi bolliamo questa come norma che travalica il diritto di difesa che viene compresso rispetto al normale dettato giuridico italiano e pertanto c’è il sospetto che ci siano profili di natura costituzionale come, ad esempio, la sospensione cautelare del dipendente senza obbligo di preventiva audizione, in pieno spregio del disposto dell’Art. 7 Legge 300/70, secondo periodo, che recita testualmente come “Il  datore  di lavoro  non  può  adottare  alcun  provvedimento  disciplinare  nei confronti  del  lavoratore  senza avergli  preventivamente  contestato  l’addebito  e senza averlo sentito a sua difesa”.

Il nostro intervento si è concluso chiedendo alla Commissione di valutare la revisione del testo in un’ottica più garantista della dignità del pubblico dipendente sia per quanto riguarda la legislazione concorrente, sia per quanto riguarda le peculiarità e le diversità delle attività lavorative ai quali sono chiamati i dipendenti delle pubbliche amministrazioni.

Il segretario confederale, Giuliano Palotto, ha ironicamente dichiarato che “Di questo passo, abbiamo la forte preoccupazione di trovarci un giorno a dover discutere le modalità per l’assegnazione ad ogni dipendente pubblico di un bracciale munito di GPS in modo che l’Amministrazione possa monitorarne gli spostamenti”.

 

Di Admin