Cambiano le regole su malattie e permessi nella Pubblica amministrazione? Usae: è una bufala. Non ci sono vere novità ma non per questo ci dobbiamo sorbire il rimaneggio di notizie riscaldate.
Sta girando su più agenzie e parecchi quotidiani in questi giorni con titoli eclatanti: “Cambiano le regole su malattie e permessi nella Pubblica amministrazione” oppure “Statali: una stretta sulle assenze e i permessi a ore per chi è malato” lasciando intendere che per i lavoratori delle pubbliche amministrazioni è imminente, cioè una questione di giorni, la firma dei contratti con cui si sanciranno le nuove regole e che, con queste, ci sarà certamente una stretta. Più o meno in tutti gli articoli si sostiene che questo sarebbe uno degli effetti collaterali dell’accordo firmato lo scorso 30 novembre tra la triplice e il governo. In quel documento sarebbe stato inserito – infatti – un inciso che impegna le parti a riaprire il confronto, fermo ormai da tempo, sulla questione delle malattie, dei permessi e dei congedi; circostanza che corrisponde al vero ma che viene interpretata male.
Adamo Bonazzi, Segretario Generale Usae, nel corso di un incontro con i dirigenti nazionali e regionali del sindacato è intervenuto sulla questione ed ha dichiarato: “I giornali stanno confondendo i lavoratori e incorrendo in un doppio inciampo. Chi ha confezionato la notizia, poi ripresa da molti, è partito da una notizia riscaldata (cioè il confronto aperto e mai chiuso per l’armonizzazione dei diversi trattamenti su malattie, permessi e congedi contenuti nei contratti attualmente vigenti) e da una mezza verità (cioè l’inciso contenuto nel deprecabile accordo firmato lo scorso 30 novembre tra la triplice e il governo) per convenzionare una pseudo notizia, che però è una bufala sia per i tempi che per i contenuti. I contratti non si firmeranno in pochi giorni e difficilmente il sindacato accetterà di inserire tagli ai diritti con la scusa di armonizzare il sistema (cosa che a seguito degli accorpamenti dei comparti si dovrà per forza fare) dentro nei contratti.” e continuando nel discorso: “Le direttive ancora non ci sono e quindi non possono nemmeno iniziare le relative trattative; ma, in ogni caso, per poter firmare i contratti manca anche la disponibilità finanziaria che arriverà non prima della tarda primavera. La triplice, poi, è già stata aspramente criticata dai lavoratori per la risibile quantità degli aumenti richiesti, se dovesse anche accettare una riduzione dei diritti sono pronto a scommettere che gli succederebbe quello che è avvenuto alla fine degli anni settanta quando si sono travati tutte le loro tessere inchiodate alle bacheche. Abbiamo appena ripreso le trattative per le prerogative sindacali, che non sarà una passeggiata, per i contratti collettivi nazionali di categoria passerà ancora molta acqua sotto i ponti… ”
Ufficio Stampa