Questa è la tesi del prof. Nino Cartabellotta, ma è ovviamente fortemente contrastata da Governo e Maggioranza che sostengono il contrario.

Con l’approvazione del 9 aprile del Documento di Economia e Finanza (DEF) il Consiglio dei Ministri ha posto le stime tendenziali sulla spesa, calcolate sulle norme in vigore, in attesa del Patto di Stabilità dove verranno pubblicate le stime programmatiche.

Sulla base di queste previsioni è intervenuto Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE, sostenendo come il DEF 2024, per quel che riguarda la spesa sanitaria, confermi il trend attuale di indifferenza verso le condizioni critiche del Servizio Sanitario Nazionale, “tradendo” i principi di universalità, uguaglianza ed equità e andando a ricadere sulla salute dei cittadini, in special modo sulle fasce più fragili e per le regioni del Sud Italia.

Il DEF 2024 certifica per l’anno 2023 un rapporto spesa sanitaria/PIL del 6,3% e, in termini assoluti, una spesa sanitaria di € 131.103 milioni, oltre € 3.600 milioni in meno rispetto a quanto previsto dalla NaDEF 2023 (€ 134.734 milioni). Rispetto al 2022, che vedeva una spesa sanitaria al 6,7%, questa nel 2023 si è ridotta al 6,3% del PIL e di € 555 milioni in termini assoluti.

Il rapporto spesa sanitaria/PIL nel 2024 sale al 6,4% rispetto al 6,3% del 2023; in termini assoluti la previsione di spesa sanitaria è di € 138.776 milioni, ovvero € 7.657 milioni in più rispetto al 2023 (+5,8%). Ma, continua Cartabellotta, l’incremento di 7,6 miliardi di euro stimato per il 2024 non è rappresentativo di un cambio di direzione, quanto esclusivamente risultato dello spostamento al 2024 della spesa prevista nel 2023 per i rinnovi contrattuali 2019-2021, in parte agli oneri correlati al personale sanitario dipendente per il triennio 2022-2024 e, addirittura, all’anticipo del rinnovo per il triennio 2025-2027.

Nel triennio 2025-2027, a fronte di una crescita media annua del PIL nominale del 3,1%, il DEF 2024 stima al 2% la crescita media annua della spesa sanitaria. Il rapporto spesa sanitaria/PIL si riduce dal 6,4% del 2024 al 6,3% nel 2025-2026, al 6,2% nel 2027. Rispetto al 2024, in termini assoluti la spesa sanitaria nel 2025 sale a € 141.814 milioni (+2,2%), a € 144.760 milioni (+2,1%) nel 2026 e a € 147.420 milioni (+1,8%) nel 2027.

Per Cartabellotta, oltre alle previsioni del DEF che confermano il calo del rapporto spesa sanitaria/PIL, vanno comunque tenute in considerazione ulteriori riduzioni della spesa sanitaria a fronte degli stretti margini per finanziare in deficit la prossima Manovra.

Rimangono – prosegue Cartabellotta – azzardate le stime assolute di € 6.414 milioni in più nel 2025 e di € 9.160 milioni nel 2026, tenendo conto che il Fabbisogno Sanitario Nazionale fissato dalla Legge di Bilancio 2024 è pari a € 135.400 milioni per il 2025 e € 135.600 milioni per il 2026»

Aggiunge il Presidente «bisognerà capire dove reperire le risorse sia per abolire gradualmente il tetto di spesa per il personale sanitario – come annunciato dal Presidente Meloni e del Ministro Schillaci – sia da destinare alle prestazioni di assistenza specialistica ambulatoriale e di protesica, visto che l’aggiornamento dei nomenclatori tariffari è stato rinviato in accordo con le Regioni al 1° gennaio 2025 per mancanza di fondi, posticipando ancora una volta l’esigibilità dei “nuovi” Livelli Essenziali di Assistenza, ben 8 anni dopo la loro approvazione».

Commentando in ultima analisi le stime del DEF 2024, il Presidente Cartabellotta sottolinea come, tristemente in continuità negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta una priorità per il Governo, segnandone un lento e inesorabile declino e collocando l’Italia prima tra i paesi poveri dell’Europa e ultima del G7 di cui proprio nel 2024 il nostro Paese ha la presidenza.

Ufficio Stampa USAE

Di Admin

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