Il Ministro, nel corso del dibattito di apertura del Festival della Salute, organizzato dalla fondazione Italianieuropei a Viareggio, difende il Modello “LOMABARDO-VENETO” e scatena la reazione dell’assessore della Toscana
“Riusciremmo a risparmiare oltre 4 miliardi di euro se riuscissimo a superare la spesa storica nella sanità e adottare, invece, i costi standard applicati nelle regioni italiane più virtuose, dunque in Lombardia e Veneto”. Questa una delle ricette proposte dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi ripreso dalle agenzie.
“Riusciremmo a risparmiare oltre 4 miliardi di euro se riuscissimo a superare la spesa storica nella sanità e adottare, invece, i costi standard applicati nelle regioni italiane più virtuose, dunque in Lombardia e Veneto”. Questa una delle ricette proposte dal ministro del Welfare Maurizio Sacconi ripreso dalle agenzie.
“Dove si controlla la spesa è anche maggiore la qualità e minore il costo delle prestazioni. Siamo prossimi ad applicare – continua Sacconi – per volontà pressoché unanime del Parlamento, il federalismo fiscale che assegnerà a tutte le Regioni maggiori responsabilità e che servirà a combattere le inefficenze”. Il riferimento ai costi applicati dalle regioni Lombardia e Veneto non ha però trovato d’accordo l’assessore alla Sanità della Toscana, Enrico Rossi. “Il 65% dei consumi sanitari – dice Rossi – è legato all’età e, ovviamente, aumenta dopo i 60 anni. Dunque, il modello dei costi standard tarati su regioni come Lombardia e Veneto, che hanno una popolazione anziana inferiore alla Toscana, determinerebbe un profondo squilibro perché ad alcune regioni si darebbero più risorse a fronte di una minore necessità di servizi. Come accade nelle Regioni con una popolazione anziana minore”.
Questioni cui subito Sacconi che ha risposto : “sicuramente nel passaggio da spesa storica a costi standard, dovremo tener conto anche della composizione sociale delle diverse regioni”.
Questioni cui subito Sacconi che ha risposto : “sicuramente nel passaggio da spesa storica a costi standard, dovremo tener conto anche della composizione sociale delle diverse regioni”.