Carissime colleghe e colleghi,
siamo appena rientrati da un lungo giro nel nord Italia, nel corso del quale abbiamo incontrato tantissimi lavoratori in servizio negli uffici giudiziari, nelle Agenzie Fiscali e nel Parastato di Ancona, Bologna, Gallarate, Varese, Ivrea, Cuneo,Torino, Firenze, .
Ebbene, a dispetto delle diverse latitudini, siamo stati accolti dallo stesso, unanime coro di un personale stanco, avvilito, deluso che, nonostante tutto, continua ad assicurare il funzionamento di questi uffici fondamentali.
I lavoratori giudiziari sono stanchi delle false promesse sul loro futuro professionale che si sono succedute nell’ultimo decennio, nel corso del quale il rinnovo del contratto è rimasto congelato, nonostante sin dal 2015 la Corte Costituzionale ha imposto all’ Amministrazione di riaprire la contrattazione: ed ora che questo è avvenuto, si sta proponendo ai lavoratori la miseria di 80 euro medi mensili di aumento, guarda caso, la stessa cifra del bonus di renziana memoria, che molti perderebbero a causa dello sforamento del tetto retributivo allora previsto per averne diritto; una cifra risibile, un’autentica presa in giro, alla quale rispondiamo con una richiesta di 250 euro medi mensili, che potrebbero adeguare le scarne buste paga dei pubblici dipendenti all’aumento del costo della vita dell’ultimo decennio, da inserire sul tabellare, anche per assicurare agli stessi una pensione dignitosa, che non sia viceversa al di sotto del limite di mero sostentamento come risulta essere oggi.
Ma i lavoratori giudiziari chiedono anche condizioni di lavoro più umane e degne di un Paese civile, visto che gli uffici giudiziari si stanno svuotando per i pensionamenti, i lavoratori rimasti hanno un’età media molto avanzata e operano in condizioni di sotto organico crescente, con carichi di lavoro arretrato insostenibile.
A fronte di ciò, l’Amministrazione non bandisce concorsi, ha impiegato oltre mille tirocinanti per anni, retribuendoli con la miseria di 400 euro mensili e a fine anno li manda a casa; ora, dulcis in fundo, ha pensato di avvalersi dell’ex personale della guardia di finanza in pensione, pur di non assumere giovani!
Continua lo sfruttamento di migliaia di lavoratori, da anni impiegati in mansioni e funzioni superiori, senza alcun riconoscimento economico né inquadramento giuridico, mentre il sistema è prossimo al collasso, con milioni di procedimenti arretrati e una giustizia che non funziona più.
La richiesta di migliaia di lavoratori, la soluzione di tutti questi mali, è quella di un nuovo ordinamento professionale di tutto il personale giudiziario, con la ridefinizione di profili e funzioni, con il corrispondente nuovo inquadramento economico e giuridico; all’interno di esso andranno definite le nuove piante organiche, reali e non virtuali, da colmare con l’immediato avvio di pubblici concorsi, mirati all’assunzione di migliaia di giovani, motivati e preparati.
Questo serve alla giustizia italiana, questo vogliono i lavoratori, questo abbiamo chiesto e continueremo a chiedere a questo Governo sordo ed indifferente, fino ad ottenere quanto vogliamo e quanto serve al Paese. Il 12 ottobre, le forze di polizia ad ordinamento civile – polizia penitenziaria e polizia di stato, manifesteranno alle ore 11:00 davanti Montecitorio per denunciare la loro estrema difficoltà a garantire la sicurezza in Italia, a causa di mancanza di personale, mezzi, strumenti e incertezza della pena.
Il Coordinatore Nazionale Funzioni Centrali
Paola Saraceni
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