FSI – USAE, unitamente alle OO.SS. del comparto e della dirigenza, ha partecipato oggi all’incontro con il Ministero della Salute (in Lungotevere Ripa) per l’analisi della proposta sul personale di ricerca degli IRCCS edegli IIZZSS pubblici, rappresentato dal Capo del Gabinetto Cons. Ghinè e dal direttore dott. Leonardi.
L’obiettivo del Ministero era chiaramente di ottenere dalle OO.SS. un via libera preliminare sulla bozza di proposta – peraltro solo illustrata verbalmente – messa a punto per i rinnovi dei dipendenti dell’area di ricerca degli IRCCS e degli II.ZZ.SS. Le bozza presentata prevederebbe che il personale interessato venga distinto in due aree: area “ricercatore”, per il personale che svolge direttamente attività di ricerca; area “professionalità della ricerca”, per il personale che svolge attività di supporto tecnico-amministrativo alle attività delle direzioni scientifiche e alle corrispondenti funzioni degli Istituti zooprofilattici sperimentali.
Tale personale dovrebbe essere articolato sui seguenti tre livelli: Personale di ricerca; Personale di ricerca esperto; Personale di ricerca senior. Stando alla comunicazione dal Ministero della Salute, sarebbero tutti inquadrati sia il personale dell’area “ricercatore”, che il personale dell’area “professionalità della ricerca” in una apposita sezione del comparto. E qui sta la prima sorpresa: per una questione meramente economica, sparirebbero i ricercatori dall’area dirigenziale.
La proposta prevederebbe altresì che la durata dei relativi contratti da stipulare, a tempo determinato, sarà di 5 anni (rinnovabili per altri 5 previa verifica) e prevederebbe anche un percorso concorsuale per l’accesso all’inquadramento. L’accordo andrebbe a toccare anche la spinosa questione della “fuga dei cervelli” e dell’eventuale rientro di chi è già all’estero, per un massimo del 5% degli interessati. Ma il problema è il finanziamento. A regime occorrerebbero circa 100 milioni di euro per il finanziamento dell’operazione, ma oggi, nell’immediato ne risulterebbero a disposizione solo 20, somma che consentirebbe a malapena la partenza dell’operazione.
La Conferenza delle Regioni, infatti, pur avendo avallato con propri emendamenti la proposta non intende in alcun modo finanziarla. E la stessa proposta non ha ancora superato la verifica del MEF; quest’ultimo chiede infatti la copertura economica per tutto il periodo di estensione contrattuale.
La FSI – USAE, nelle persone dei Segretari Nazionali, Vincenzo Mervoglino e Paride Santi, ha ribadito: “per la ricerca occorrerebbe un intervento ed un investimento serio da parte del governo. Un’azione che consenta il rinnovo dei contratti del personale interessato, circa 3.000 addetti, con modalità certe e inserite strutturalmente nel complesso di norme del lavoro di questo paese; riteniamo infatti impensabile che la ricerca si possa sviluppare adeguatamente se per il suo personale si utilizzano esclusivamente contratti atipici e contratti precari. Dobbiamo investire sul personale e garantire allo stesso personale un contratto dignitoso.”