Al Ministro delle Infrastrutture e i Trasporti Graziano Del Rio
Egregio Signor Ministro,
l’ennesima tragedia ferroviaria che si è consumata nella mattinata del 25 gennaio alle porte di Milano è costata ancora una volta la vita a cittadini innocenti, nel caso specifico tre donne che si stavano recando sul posto di lavoro utilizzando, come di consueto, i mezzi del trasporto pubblico.
Due elementi ci hanno enormemente colpito, due circostanze che ci portano a constatare, con profonda amarezza, come anche in questo caso si è trattato di una tragedia in qualche modo annunciata.
Il primo dato riguarda un incidente registratosi pochi mesi fa nello stesso tratto di ferrovia, che solo casualmente non ha avuto le stesse tragiche conseguenze di ieri, un episodio che avrebbe dovuto far scattare le dovute procedure di controllo e verifica ed eventualmente un intervento tecnico finalizzato a mettere in sicurezza i binari e la massicciata interessati, cosa che evidentemente non è stata fatta, o è stata fatta in maniera assolutamente inadeguata.
La seconda circostanza che ci balza agli occhi è l’amara testimonianza di uno dei genitori di una vittima, che ha riferito come la figlia si fosse più volte lamentata in passato della scomodità e della scarsa sicurezza del treno sul quale viaggiava tutte le mattine.
Senza fare della facile dietrologia, è però evidente che ancora una volta l’incuria e il pressapochismo hanno mietuto vittime innocenti: e ancora una volta, sono morti i pendolari, quei lavoratori cioè che viaggiano ogni giorno per lavoro, servendosi di mezzi vecchi, obsoleti, insicuri.
E’ assolutamente inconcepibile che in un Paese che si fa vanto dell’Alta Velocità, della tecnologia più avanzata e di investimenti da capogiro nel settore dei trasporti, i cittadini comuni, i lavoratori, gli studenti, debbano rischiare la vita ogni giorno perché sui loro treni, sulle loro linee non si investe neanche nella manutenzione ordinaria, quella che dovrebbe garantire quanto meno la sicurezza.
Per non parlare delle condizioni disumane in cui sono costretti a viaggiare a causa del sovraffollamento, della frequente soppressione delle corse, dei guasti all’aria condizionata in estate e al riscaldamento in inverno,…
Non basterà, Signor Ministro, accertare le responsabilità, seppure questa è la priorità; occorrerà investire in maniera adeguata, in termini di risorse, mezzi e personale, non soltanto sull’alta velocità ma anche e soprattutto su quelle infrastrutture che interessano non meno di tre milioni di pendolari ogni giorno, che hanno il sacrosanto diritto di poter rientrare a casa sani e salvi alla fine della loro giornata di lavoro, senza rischiare la vita solo perché hanno scelto di viaggiare su un treno, in un Paese che dovrebbe essere tra i più progrediti del mondo.
Ci attendiamo un segnale concreto ed immediato su questo Signor Ministro, l’intero Paese lo pretende.
BASTA PAROLE, PASSIAMO AI FATTI !!!
Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
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