Signor Ministro, è con grande preoccupazione e profondo sgomento, che dobbiamo segnalare l’ennesimo episodio di violenza perpetrata in danno di un appartenente al Corpo di polizia penitenziaria, all’interno della casa circondariale di Matera.
Fortunatamente, l’assistente capo coordinatore vittima dell’aggressione non versa in gravi condizioni, ma ciò non toglie che la situazione sia sempre più esplosiva: infatti, la nuova modalità di sorveglianza dinamica, coniugata con l’assenza di spazi adeguati per lo svolgimento delle attività trattamentali intramurarie e la cronica carenza di personale, stanno mettendo il carcere fuori controllo.
Rinnoviamo, pertanto, la nostra richiesta di un intervento immediato, volto ad integrare tutti gli organici che operano all’interno degli Istituti Penitenziari, prevedendo la confluenza nei ruoli tecnici della polizia penitenziaria, come peraltro auspicato anche da fonti autorevoli.
Nell’immediato, chiediamo di rivedere le modalità della sorveglianza dinamica, limitandola a quelle realtà che possano consentirne l’applicazione, senza mettere a rischio l’incolumità degli operatori e la sicurezza degli istituti.
Ribadendo, inoltre, che se tali condizioni dovessero rimanere irrisolte, la scrivente Organizzazione proclamerà lo stato di agitazione di tutta la categoria.
Distinti saluti
IL COORDINATORE NAZIONALE CORPO POLIZIA PENITENZIARIA
Salvatore Sardisco