Articolo Pubblicato il 16 giugno 2021 sul quotidiano on line La Discussione

Sono tanti 204 anni dalla fondazione del Corpo della Polizia Penitenziaria.

Noi però siamo di più: siamo migliaia di persone, cuore, umanità, professionalità, giovani e padri di famiglia, tutti in un ruolo che ha l’unico obiettivo di servire questo Paese “rieducando” alla riscoperta dei veri valori del vivere chi ha sbagliato e commesso reati. Ebbene sì, 204 anni di impegno, di azione quotidiana in difesa di quelli che sono i principi basilari della più bella Costituzione del Pianeta dove tutto è al posto giusto, anche se spesso si assiste a un grido di soccorso e di tutela (oltre che rispetto) che arriva da chi ha un continuo confronto con il mondo del carcere.

 Festeggiare? SI.

È doveroso e va fatto, come pure è doveroso e urgente ascoltare dalla base le diverse esigenze che la Polizia Penitenziaria da anni propone ai tavoli di Governo, nelle diverse sedi Istituzionali e ai diversi dipartimenti, dove tante documentazioni ed interpellanze fanno fatica ad essere “ascoltate” e oggi più che mai meritano risposte chiare, autentiche e anche rapide.

Da Coordinatore Nazionale della Polizia Penitenziaria nel sindacato FSI- USAE desidero, intanto, rivolgere un sentito “grazie” a tutti gli amici e colleghi della Polizia Penitenziaria anche in veste di vice sovrintendente, che da circa trenta anni sa cosa vuol dire indossare questa meravigliosa divisa, tra cuore e impegno,  per donare  sempre zelo e onore a questo corpo, che ha visto anche cadere “Uomini” nel proprio adempimento di servizio in nome di  una “democrazia ” che oggi più che mai va  tutelata. A tutti i colleghi e amici, ai dirigenti e a quanti quotidianamente agiscono per conto della Polizia Penitenziaria, proprio in questo 204 Anniversario dalla fondazione va il mio abbraccio virtuale, con in senso profondo di stima, ammirazione e gratitudine. Calato il sipario, dopo gli applausi di rito e i monologhi di apprezzamento e di incoraggiamento credo che urge passare alla fase dell’ascolto, dei fatti, dell’azione e della vicinanza costante e sentita verso ogni singolo componete della Polizia Penitenziaria.  Si, festeggiare va benissimo, è doveroso e ci sta’ tutto però è, pur vero, che il detto “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” va subito depennato. Abbiamo bisogno di maggiore attenzione, di confronto, dialogo, programmazione d’azione formativa per agire in sinergia con le nuove esigenze del mondo carcerario. Snellimento di burocrazia, mezzi e attrezzature all’avanguardia, maggiore tutela e principalmente confronto, supporto, dialogo, comprensione e azione in difesa degli agenti della Polizia Penitenziaria ovunque si trovino. Se ciò avverrà sarà realmente un momento di festa, uno di quelli che passa dalle parole al cuore di chi desidera agire e servire questo Paese con sempre più professionalità, sapendosi tutelato ed apprezzato. Chiediamo tanto? credo di no, poiché il servizio di ogni uomo e ogni donna della grande famiglia della Polizia Penitenziaria merita lo stesso applauso della festa del 204° Anniversario.

IL COORDINATORE NAZIONALE

Salvatore Sardisco

Cell. 333/1635995 salvosardi@gmail.com