Il 24 gennaio scorso è stato presentato presso la sede del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro – CNEL, il 19° Rapporto Sanità, frutto della collaborazione con il Centro per la Ricerca Economica Applicata in Sanità – CREA Sanità. Il titolo intrigante del rapporto è: “Il Futuro (incerto) del SSN, fra compatibilità macro-economiche e urgenze di riprogrammazione”.

Il documento prende le mosse da un’analisi di contesto che mette in evidenza la problematica italiana, caratterizzata da una popolazione in costante invecchiamento e crescenti esigenze di cura e assistenza, fronteggiate da risorse insufficienti. Gli esperti del CREA hanno evidenziato che, in termini di investimenti, l’Italia si colloca al 32% al di sotto della media dell’UE.

Un campanello d’allarme è rappresentato dalla crescente insoddisfazione dei cittadini, principalmente alimentata da inaccettabili liste di attesa. La spesa privata, soprattutto out of pocket, è in costante aumento, raggiungendo i 40,1 miliardi di euro nel 2022, con un incremento del 5% nell’ultimo anno. Nota positiva per il privato accreditato, con una crescita dei ricoveri dal 24,8% nel 2017 al 27,1% nel 2022, e degli interventi chirurgici dal 33,4% al 35,8% nello stesso periodo.

Un fenomeno preoccupante è l’incremento di chi preferisce pagare farmaci rimborsati dal SSN anziché richiederli con prescrizione medica. Questa spesa è aumentata del 45,7% nell’ultimo quinquennio, raggiungendo i 1,9 miliardi di euro, ovvero l’8,1% della spesa farmaceutica effettivamente erogata, contribuendo a rendere la sanità un “bene di lusso”.

La situazione del personale sanitario è altrettanto critica, con una fuga crescente dal SSN. Tra il 2003 e il 2021, il numero di medici per mille abitanti over 75 è sceso da 42,3 a 34,6, con un gap di 54.018 unità, e il numero di infermieri è passato da 61 a 52,3, con un gap di 60.950 unità. Secondo una survey della FNOMCeO, oltre il 40% dei professionisti è insoddisfatto della propria condizione professionale, a causa principalmente dello stress e della remunerazione inadeguata.

Le risposte alla crisi non possono limitarsi a un incremento delle risorse disponibili. È stato enfatizzato che occorre una riflessione profonda sulla nuova domanda sanitaria e su come le nuove tecnologie possano trasformare il sistema. Pertanto, è necessario un cambio culturale che ponga maggiore attenzione sulla prevenzione e sugli stili di vita sani, oltre che sulla cura.

Di adamo