Al Ministro della Giustizia Andrea Orlando
Egregio Signor Ministro,
con la presente vogliamo esternare la nostra profonda preoccupazione relativamente alla riforma della giustizia minorile.
Il monito del Consiglio d’Europa, pervenuto con una nota al Presidente del Senato Pietro Grasso, a firma del Commissario per i diritti umani, Nils Muiznieks, appare particolarmente duro, laddove afferma che la riforma della giustizia minorile attualmente in discussione al Senato Italiano può indebolire il sistema di protezione dei minori in Italia, minando la capacità del nostro Paese a far fronte agli impegni internazionali presi sulla delicata materia.
In particolare, il Commissario europeo manifesta tutta la sua preoccupazione riguardo al fatto che, con il passaggio delle competenze al Tribunale ordinario, si indebolirebbe in modo sostanziale la tutela dei minori che entrano in rapporto con l’autorità giurisdizionale; inoltre si perderebbe quel patrimonio inestimabile di conoscenza ed esperienza specifica acquisto in decenni di lavoro con i minori da tantissimi magistrati che sono divenuti dei veri e propri esperti della materia.
Le preoccupazioni del Commissario per i diritti umani sono le nostre preoccupazioni, signor Ministro, e non da oggi.
Siamo infatti fermamente convinti che tenere separati i circuiti della giustizia minorile da quelle degli adulti sia una questione di civiltà, di valori assoluti, laddove l’approccio alla devianza giovanile deve essere radicalmente diverso da quello da rivolgere agli adulti, dovendo nel primo caso prevalere, in modo assoluto, le istanze di rieducazione e risocializzazione su quelle sanzionatorie.
Tali considerazioni fanno parte del patrimonio dei valori del nostro stesso Paese, che non può essere gettato alle ortiche per mezzo di una dissennata riforma, peraltro in un momento storico in cui l’esplosione del fenomeno migratorio sta affollando le strade delle nostre città con migliaia di minori non accompagnati.
Nel chiedere quindi di recedere da tale iniziativa, Le chiediamo anche di rivedere la disposizione, parimenti esiziale, che determina l’attuale allocazione dei giovani fino ai 25 anni di età presso gli istituti per minori, nel caso di reati commessi prima del compimento del 18mo anno di età.
Una soluzione questa che sta determinando non pochi problemi negli istituti minorili, laddove la coesistenza (seppur separati) di minori con ragazzi molto più grandi di loro, fortemente strutturati, risulta fortemente penalizzante per i più giovani, che sono per loro natura fortemente influenzabili e manipolabili.
In tutto questo panorama, non va dimenticato come a subire le conseguenze peggiori sia il personale, ancora fortemente sottodimensionato nei numeri, la cui professionalità viene ogni giorno svilita da carichi e condizioni di lavoro non più sostenibili.
Anche la riforma della giustizia minorile deve partire dal personale, dal riempimento degli organici, dalla ridefinizione di profili professionali, prevedendo anche qui i ruoli tecnici del Corpo di polizia penitenziaria dove far confluire tutto il personale attualmente in forza al comparto ministeri; soluzione questa che potrà garantire quell’unità di intenti e quella sinergia operativa che si rende, oggi più che mai, indispensabile alla gestione del sistema, insieme gli altri provvedimenti di cui si è detto.
La ringraziamo per l’attenzione, in attesa di conoscere le Sue determinazioni su quanto rappresentato.
Il Coordinatore Nazionale
Paola Saraceni
347.0662930