Non possiamo rimanere in silenzio difronte al disastro che si sta consumando.

Riteniamo che la Riforma Madia la quale ha previsto l’abolizione del Corpo Forestale dello Stato sia stato un grave errore come abbiamo sostenuto nelle Sedi dovute e scritto più volte.

Circa il 90% dell’ex Corpo è andato in mando all’Arma dei Carabinieri e per il resto diviso tra Vigili del Fuoco, Guardia di Finanza e Polizia di Stato.

Il problema è la dispersione del patrimonio di conoscenze e competenze accumulato dalla ex Forestale.

Ci chiediamo come e dove sia impiegata la flotta di elicotteri dell’ex Corpo e perché non li vediamo in volo.

In tutto questo bailamme, ed in attesa di una risposta sugli elicotteri, l’Italia continua a bruciare senza che lo Stato sia in grado di mettere in campo gli adeguati mezzi di contrasto.

Finanche la stessa Europa è assente non inviando alcuni mezzi di ausilio.

Eppure in una Penisola ricca di verde e con stagioni – previste – sempre più calde sarebbe scontato un Piano nazionale di pronto intervento anche perché ogni anno ci sono incendi di origine dolosa.

Quindi nulla di “imprevedibile”.

Questa volta però stanno bruciando anche discaricare abusive e qui il quadro si complica ed aggiunge un nuovo tassello: è qualche piromane o dietro c’è la mano della Camorra?

Come sempre assistiamo ad un’Italia in perenne emergenza quando basta una semplice pianificazione e strutture con mezzi all’altezza dei compiti dati eventi che regolarmente si verificano.

Oltre ad un disastro ambientale c’è da temere per la salute dati i fumi tossici che si sono liberati da queste discariche il cui contenuto forse non si saprà mai?

Certamente conoscendo tutti la triste storia della “Terra dei Fuochi” non siamo affatto rassicurati sul contenuto di questi pozzi di veleno.

Altra domanda in chiusura: come mai si sa che abbiano preso fuoco delle discariche abusive delle quali si conosce l’esistenza ma non erano ancora state bonificate?

Tanti dubbi; un solo dramma.

Il Coord. Nazionale FSI-USAE
Ministeri Salute, Ambiente, Politiche Agricole
Maurizio Guarino