Al Ministro della Giustizia Andrea Orlando
Egregio Signor Ministro,
con la presente vogliamo portare alla Sua cortese attenzione la grave situazione determinata dalle pesanti carenze di organico che riguardano il personale dell’area educativa che presta servizio nei due Dipartimenti dell’Amministrazione penitenziaria e della Giustizia minorile e di comunità.
Vogliamo partire dalla situazione, quasi paradossale, che riguarda gli idonei al concorso, svoltosi oltre dieci anni fa, per l’assunzione di 397 educatori penitenziari per adulti.
Annose vicende hanno determinato lo slittamento negli anni dell’assunzione dei vincitori di detto concorso; successivamente, attese le crescenti esigenze degli istituti penitenziari, si è provveduto a scorrere parzialmente la graduatoria degli idonei per procedere ad ulteriori assunzioni.
Allo stato attuale, soltanto una parte del personale utilmente collocato all’interno della graduatoria è stato immesso in servizio, lasciando tutti gli altri fuori dai giochi.
Alla luce delle gravissime e persistenti carenze negli organici del personale dell’area trattamentale, acuite dal crescere del numero dei ristretti, oggi di nuovo vicini alla soglia delle 60mila presenze, chiediamo che tutto il personale collocato all’interno della graduatoria venga prontamente assunto e immesso in servizio.
Così facendo si tenterebbe di adeguare gli organici del personale in argomento alle attuali esigenze degli istituti: è appena il caso di ricordare come l’apporto di queste preziose professionalità sia assolutamente essenziale alla delicata opera di osservazione e trattamento dei condannati, in previsione della strutturazione dei percorsi riabilitativi a loro destinati da vagliare da parte della Magistratura di sorveglianza, così come vitale è l’opera di supporto e sostegno che questi professionisti svolgono nei confronti dei soggetti ancora non condannati in via definitiva.
Ancor più grave è la situazione all’interno delle strutture minorili e nel settore dell’esecuzione penale esterna minorile, dove le carenze di organico sono tali da paralizzare la delicata azione istituzionale di educatori e assistenti sociali che operano nel difficile compito di recuperare giovani in grave difficoltà.
La cronaca di questi ultimi giorni ha evidenziato la necessità assoluta ed immediata di adottare politiche sui giovani atte a prevenire i gravissimi episodi di violenza che si succedono con sempre maggiore frequenza.
Crediamo che occorra intervenire su più fronti: in via prioritaria dotando tutti i servizi minorili di un numero adeguato di operatori in grado di interagire con efficacia su questi giovani, sia in chiave di prevenzione delle condotte devianti e criminali, sia in termini di rieducazione in vista di possibili percorsi di reinserimento sociale.
A tale scopo, pensiamo che andrebbero reintrodotti i centri di osservazione per minori, volti ad assicurare a tanti giovani a rischio un ambiente sano, fondato sulle regole, sul rispetto degli altri, dove dovrebbero essere impegnati in attività di studio, lavoro, formazione professionale.
Queste strutture dovrebbero intercettare quei giovani che vivono in strada, senza famiglia o con famiglie disastrate, lontane, assenti, con lo scopo di evitarne l’ingresso, altrimenti inevitabile, nel mondo della criminalità.
Per realizzare tutto ciò, occorre partire dalla assunzione e formazione di centinaia di operatori, giovani e motivati, la cui preziosa opera potrà salvare migliaia di vite da un futuro di violenza, di sangue e di morte che per molti giovani sembra oggi, purtroppo, già scritto.
Tra questa figure professionali, andrebbero previsti, oltre ad educatori e assistenti sociali, anche numerosi psicologi, da assumere direttamente alle dipendenze del Ministero della Giustizia, non è pensabile che questo no li preveda all’interno dei suoi organici.
Le chiediamo, Signor Ministro, il coraggio di inaugurare una nuova stagione della giustizia, orientata a cambiare radicalmente questa società: per fare ciò, per aiutare migliaia di giovani in difficoltà, bisogna partire da altri giovani, quelli che la vita, la sorte, hanno messo dalla “parte giusta”, quelli che possono realmente cambiare il mondo.
Ma bisogna dargliene la possibilità, e questo onere, questa responsabilità, spetta a Lei, Signor Ministro.
Non ci deluda, non deluda gli Italiani.