Noi donne non amiamo salire in cattedra per sentenziare, amiamo pensare, riflettere, organizzare. Siamo capaci di sacrifici ed amiamo i nostri figli. Per questo siamo preoccupate per il loro futuro. Dopo gli anni 60, in cui si è costruito, lentamente si è scivolati in una specie di egoismo che non ha più permesso di guardare in avanti verso il futuro.
Una voglia smodata di accumulare ricchezza ha impedito di fare dei piani di sviluppo.
Quindi la ricchezza fine a sé stessa, ha impedito di pensare agli altri. Non si è pensato più alla sicurezza, a migliorare le condizioni di lavoro, ad ingrandire le aziende, al loro ammodernamento, alla manutenzione., a creare nuovi posti di lavoro.
In un convegno dal tema:“ Neoumanesimo1 o dello Stato Italiano ed Europeo del terzo millennio”, che si è tenuto a Palazzo San Macuto, organizzato dall’Associazione Italiana di Studio del Lavoro per lo Sviluppo Organizzativo, il presidente Maria Grazia De Angelis nel suo intervento ha presentato il progetto Sviluppo dell’Occupazione, uno dei sette progetti prioritari elaborati, in 30 anni di lavoro dal gruppo “Atlante 2000″Maria Grazia De Angelis parte dalla considerazione che la disoccupazione sia una vera e propria piaga sociale e, come tale, vada affrontata con misure adeguate e la necessaria attenzione.
Le linee guida per lo sviluppo dell’occupazione nascono dalla considerazione di alcune anomalie del nostro sistema economico:
– le istituzioni finanziarie continuano ad investire sui prodotti finanziari ad alto rischio perché certe di poter contare sulla privatizzazione dei loro profitti e la socializzazione delle perdite.
- Lo Stato che continua a prelevare una percentuale abnorme dai profitti di imprese e cittadini, ed a incrementare la spesa pubblica improduttiva, effettuando di contro tagli che impattano pesantemente sul Welfare dello
- Il favorire l’accumulo di risorse nelle mani di una èlite super privilegiata ai danni dei più poveri. L’Italia non fa eccezione: stando ai dati del 2016, l’l % più facoltoso della popolazione ha nelle mani il 25% della ricchezza nazionale italiana netta. La divaricazione sociale è ormai abissale (nel mondo otto uomini, da soli, posseggono 426 miliardi di dollari, la stessa ricchezza, della metà più povera del pianeta, ossia 3,6 miliardi di persone.) La ricchezza accumulata e non condivisa comprime la crescita e genera disuguaglianza e crisi economica.
- Un Welfare State fra i peggiori di Europa, con un aumento delle disuguaglianze sociali e di reddito senza precedenti come denunciato dall’ultimo rapporto ISTAT che si sono E’ un dato di fatto che la moltiplicazione dei lavori flessibili, se non supportato da adeguato Welfare State erode la maggior parte delle tutele che l’organizzazione internazionale del lavoro ha stabilito per definire il lavoro “decente” o “dignitoso”.
- Il paradosso delle aziende che hanno disinvestito nella formazione. Infatti nel 2016 le aziende che hanno fatto formazione sono scese del 20,8% ossia le persone che hanno partecipato ad almeno un corso di formazione o di aggiornamento sono state 240 mila in meno rispetto all’anno precedente. L’Italia non alloca sufficienti risorse in formazione ed altresì nella ricerca
Quali i pilastri più significativi su cui poggia il Progetto Sviluppo dell’Occupazione?
Questo progetto è stato pensato in funzione dell’elaborazione di un disegno di legge ad hoc sulla materia che abbia l’obiettivo di alzare il livello occupazionale attraverso:
-Una nuova struttura e riorganizzazione delle funzioni statali a livello provinciale, regionale e interregionale;
-La compartecipazione dei dipendenti al capitale di impresa.
-L’incentivazione ad introdurre innovazioni tecnologiche finalizzate a rendere più efficaci ed efficienti i processi produttivi.
-La riduzione progressiva dell’orario settimanale, una volta raggiunta la piena occupazione
Per quanto riguarda l’esigenza di riduzione dell’orario di lavoro si osserva che si stanno diffondendo con successo in Europa, e persino in Cina e Giappone, esperimenti di riduzione.
In un memorandum della Commissione della Comunità Europea è stata evidenziata la” necessità di evitare la suddivisione della società in due gruppi: chi ha un lavoro e chi no ce l’ha. Perché lo sviluppo di tale condizione avrebbe conseguenze sociali distruttive ed a lungo metterebbe a repentaglio le stesse fondamenta di tutte le società democratiche “La Commissione aggiunge ancora “è giunto il tempo per i governi e le aziende di mantenere e creare occupazione attraverso la riduzione del tempo lavorato pro capite, in modo da raggiungere una maggiore equità sociale.”
La partecipazione dei lavoratori ai profitti dell’impresa si basa sul presupposto che per compensare la riduzione dei salari, come conseguenza della riduzione delle ore di lavoro, le imprese possano mettere in atto piani per la partecipazione dei lavoratori ai profitti d’impresa che dovrebbero consentire ai lavoratori di condividere e beneficiare dei futuri incrementi di produttività.
Occorre dare vigore ai valori come solidarietà, ascolto, responsabilità individuale e sociale, sicurezza, impegno, passione, ovvero quello che viene definito dalla Commissione Europea “valore condiviso” perché nessuna azienda è un’entità a sé stante ed il successo di tutte le imprese è condizionato dai servizi di supporto e dalle infrastrutture che le circondano.
Infine possiamo affermare che la finalità del progetto si può riassumere nello slogan. LAVORARE TUTTI, LAVORARE MENO, LAVORARE MEGLIO.
Maria Letizia Magistri