Orazio Schillaci, il nuovo ministro della Salute, ha 56 anni ed è rettore dell’università di Tor Vergata a Roma dal 2019. Un clinico che ha fatto carriera dentro l’università. Il suo è l’ultimo nome circolato tra quelli dei papabili per l’incarico e alla fine l’ha spuntata.
Di Schillaci non si trovano molte dichiarazioni negli archivi, a parte quelle istituzionali legate al suo ruolo nell’università. Di Covid ha parlato poco, alla fine della prima durissima ondata, quando invitava “a rispettare le regole per non avere nuovi focolai”.
Schillaci precedentemente è stato anche preside di medicina e chirurgia nell’ateneo romando ed è un medico nucleare, cioè un professionista che diagnostica e tratta le patologie con i cosiddetti radiofarmaci. Come clinico è molto stimato, non solo per le sue capacità professionali ma anche per il rapporto che ha con i pazienti. La carriera l’ha costruita soprattutto sul lavoro e sulle competenze scientifiche. Dal punto di vista tecnico quindi viene ritenuto inappuntabile. “Non è un battitore libero, fa squadra e sa delegare”, dicono di lui quelli che lo conoscono bene. Non era noto che fosse vicino alla maggioranza, visto che non ha mai preso apertamente posizioni politiche e che Roberto Speranza, il ministro uscente, lo ha nominato nel 2020 come membro del comitato scientifico dell’Istituto superiore di sanità.
La scelta del governo di centrodestra di puntare su un tecnico, al di là del nome, è comunque significativa. In un momento in cui servono risorse per fare fronte a scenari economici tutt’altro che positivi con una guerra in corso che fa schizzare i costi dell’energia potrebbero non esserci molti fondi per la sanità e dal punto divista economico il SSN potrebbe andare in difficoltà, se il Mef decidesse di togliere parte di quelli che ha già la voce contraria del ministro alla Salute, se tecnico, anche se si alzerà, sarà comunque meno forte e convincente di quella di un politico. Inoltre, se per caso la pandemia dovesse peggiorare e fossero necessarie alcune restrizioni, a deciderle sarebbe appunto una figura tecnica. Non quindi un politico, magari di quelli che in passato si sono espressi contro tutte le misure anti Covid.