Adamo Bonazzi : “un altro taglio all’assistenza operato sulla pelle del personale. Si taglino le consulenze e le esternalizzazioni che sono occasioni di tangenti”
La legge 28 dicembre 2015 n. 208 (Legge di stabilità 2016) all’articolo 1, commi 524, 525 e 526, introduce i Piani di rientro aziendali, da sottoscriversi da parte delle Aziende Ospedaliere (AO), Aziende Ospedaliere Universitarie (AOU) e Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) pubblici come strumenti per il perseguimento dell’efficienza gestionale delle aziende stesse. Nel dettaglio, il comma 524, individua come determinante dell’ingresso in piano di rientro aziendale la presenza di almeno una delle seguenti condizioni:
- uno scostamento tra costi rilevati dal modello di rilevazione del conto economico (CE) consuntivo e ricavi determinati come remunerazione dell’attività, ai sensi dell’articolo 8-sexies del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 502 , e successive modificazioni, pari o superiore al 10 per cento dei suddetti ricavi, o, in valore assoluto, pari ad almeno 10 milioni di euro, secondo le modalità di individuazione descritte nell’allegato tecnico a);
- il mancato rispetto dei parametri relativi a volumi, qualità ed esiti delle cure, valutato secondo la metodologia prevista dal decreto di cui al comma 526, secondo le modalità di individuazione descritte nell’allegato tecnico b).
Gli enti individuati ai sensi del comma 524, della legge 28 dicembre 2015, n. 208 dovranno predisporre il piano di rientro da trasmettere alla Regione entro i 90 giorni successivi all’emanazione del provvedimento di individuazione dei suddetti enti.
Il ministero della Salute ha inviato alle Regioni lo schema di decreto con cui dare attuazione al dettato normativo, contenente le linee guida per la predisposizione dei piani di rientro aziendali, a fronte del verificarsi di una o di entrambe le condizioni descritte.
Prende così forma una delle maggiori novità della manovra 2016: la previsione di piani di rientro aziendali da attuare, entro 90 giorni dall’emanazione del provvedimento di individuazione degli enti in “rosso” su conti e prestazioni, prevista nel documento .
Nel caso di “piano di rientro dallo scostamento negativo tra costi e ricavi” la programmazione andrà impostata sulla base di una serie di step: analisi della situazione economico-gestionale dell’azienda negli ultimi 3 anni; definizione della strategia che, di conseguenza, va perseguita negli anni successivi; predisposizione del conto economico tendenziale e programmatico; definizione degli strumenti di monitoraggio, verifica e analisi del piano di rientro, con indicatori quantitativi e qualitativi.
Il “piano” aziendale dovrà tenere conto di quello regionale, in caso di regioni in piano di rientro esse stesse o commissariate.
Il piano di rientro aziendale da predisporre per rientrare nei parametri su volumi, qualità ed esiti delle cure andrà articolato prevedendo la verifica della qualità dei dati registrati nei Sistemi informativi sanitari, l’analisi della situazione attraverso la conduzione di audit clinici e organizzativi ed un programma di interventi.
Per la verifica del miglioramento continuo dei risultati le strutture possono avvalersi degli strumenti dedicati all’audit disponibili sul sito del Programma Nazionale Esiti.
In ogni azienda in piano di rientro andranno individuati centri di responsabilità e centri di costo. La Direzione strategica di ogni azienda «dovrà presentare alla Regione obiettivi chiari, definiti e circoscritti e condividere indicatori che siano comprensibili, confrontabili e fattibili con i centri di responsabilità, al fine di incentivare la produttività e la qualità della singola prestazione».
Per ogni obiettivo andrà previsto un budget economico ma anche il dettaglio delle risorse umane e strumentali dedicate. Alla verifica e al monitoraggio complessivo si dovrà provvedere con scadenze trimestrali.
A tale proposito, Adamo Bonazzi, Segretario Generale FSI-USAE, ha dichiarato :
“Prendiamo atto, con soddisfazione da una parte e con qualche preoccupazione dall’altra, del testo del provvedimento. Infatti se siamo soddisfatti per il fatto che nel documento ci sia un intero paragrafo dedicato al corretto dimensionamento delle unità operative di degenza (una delle leve perseguibili nell’ambito del piano di rientro aziendale), nel documento si afferma che: È infatti noto che unità operative piccole, con posti letto inferiori a 15/20, sono particolarmente inefficienti per quanto attiene il costo del personale che deve garantire la presenza h24 per 365 giorni/anno, e ciò con particolare riferimento al personale infermieristico, ci preoccupa che alla luce della necessità di coprire i turni anche in considerazione delle disposizioni dell’unione europea in materia di articolazione dell’orario di lavoro, nel medesimo documento si sostenga che è necessario condurre anche interventi di riorganizzazione ed aggregazione al fine di ridurre il fabbisogno di personale. Insomma si profila un altro taglio all’assistenza operato sulla pelle del personale. Capiamo la necessità di ridurre la spesa ma siamo contrari al fatto che ciò avvenga sempre a scapito del personale. Si taglino, invece, le consulenze e le esternalizzazioni dei servizi che molto spesso sono occasioni di elargire tangenti in modo mascherato.”
Ufficio Stampa
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